Museo dei Paramenti Sacri

Sono ormai alcuni anni che la Pro Loco di Forino ospita nei suoi locali, ubicati nei locali del Palazzo dei Principi Caracciolo, una interessante esposizione di Paramenti Sacri provenienti dalle varie chiese forinesi. Una rassegna nata nel 1998 in concomitanza con la manifestazione "Le vie della seta in Irpinia" (vedi scheda sotto). Una meticolosa ricerca ha portato al reperimento di una serie di abiti talari, datati a partire dal Cinquecento dalla studiosa Lucia Portoghesi.
Ma l'esposizione non riguarda solo abiti sacri. La ricerca è stata indirizzata, nel tempo, anche sugli arnesi e gli oggetti dell'artigianato. Dice Vincenzo Riccardi, presidente della Pro Loco: "Gli oggetti che sono in mostra, insieme con gli altri che sono stati recuperati nei casolari e e nelle abitazioni di Forino, appartengono alla storia artigianale locale. La civiltà contadina, insomma, ha qui il suo degno rilievo e ha un apposito spazio, accanto alla rassegna di paramenti sacri". Pochi minuti bastano all'attento visitatore per essere trasportato dalla dimensione artigianale e contadina testimoniata dagli attrezzi di vita quotidiana, alla cultura storico-religiosa espressa dai tessuti, dalle pieghe, dai merletti e dagli ori delle sete un tempo indossate dai religiosi. E' possibile visitare l'esposizione su prenotazione, telefonando allo 0825 761321.

 
Gennaio 1998 - "Le vie della seta in Irpinia"
scheda a cura della dott. Lucia Portoghesi

Quanto mai interessante è la raccolta di Forino, nata dall'opera paziente di un appassionato della storia del suo paese, che con buona volontà e amore, ha raccolto quanto ancora permaneva dalle distruzioni del terremoto, curandone anche, per quanto gli è stato possibile, la conservazione. Ne ha fatto poi argomento di studio suo personale, di ricerca di documentazione inerente, tanto da costituire l'elemento ideale per una futura esposizione museale permanente della storia di Forino. Curiosamente sono del tutto assenti donazioni dei Caracciolo, pur feudatari del luogo ed onnipresenti nella storia locale; le "case" loro e dei loro dipendenti, formavano ancora fino a cent'anni fa un quartiere chiuso da porte, un paese nel paese, che l'allegra malizia paesana definisce abitata oltre che dai legittimi discendenti del nobile casato, dai frutti dell'esuberanza dei giovani feudatari, divenuta proverbiale. 

Paramento cinquecentesco forinese

A parte le allegre storie locali, le sacrestie delle chiese di Forino dovettero costituire una ben ampia raccolta con notevoli esemplari, come il cinquecentesco elegantissimo parato in broccatello verde e beige, con un puntuale riscontro in altro coevo a San Francesco a Folloni, simile per stile e tecnica o l'altro parato, sempre in verde, forse frutto della donazione di un abito da sposa, ma certamente di una veste, in raso "stratagliato" secondo una moda assai diffusa anche nel Regno (delle Due Sicilie n.d.r). Una testimonianza calzante, da noi personalmente constatata, è presente nelle Arche degli Aragonesi in San Domenico Maggiore a Napoli (Don Pietro d'Aragona, Don Giovanni d'Aragona, Don Luigi Carafa, ecc.). Tale tecnica consisteva nell'ottenere tagli a disegno con una taglierina, in senso trasversale per limitare il danno di stramature e in punzonature, probabilmente facilitate da una mascherina metallica, o in cuoio, che riportasse il modulo che si voleva ottenere. Poco rappresentato il Seicento: una sola pianeta del periodo 1580-1620, con lo stesso modulo di un parato di Montemarano, in due colori a leggero contrasto che creano effetto di rilievo, mentre assai ricco ci si presenta il Settecento, due tonacelle su fondo di lama d'argento, databili intorno al 1730, forse di quella manifattura napoletana dei Carola che produceva ricchi tessuti con oro e argento, ma meglio di qualsiasi rappresentazione per il pubblico sarà il godere di questi tessuti che si offrono alla vostra attenzione.