Le vittime dei lavori pubblici... atto I

Nel maggio del 2003 si notava a Forino un certo fermento di crescita e sviluppo, almeno per quanto riguardava l'edilizia, sia privata che pubblica. Crescevano case come funghi, si provvedeva a rinnovare marciapiedi e aiuole (in quel momento non era ancora interessata a questo la villa comunale, scandalosamente invivibile...), ma si presumeva, da parte del sottoscritto, che comunque fossero state fatte delle vittime... Calma, nessun omicidio!!! Le vittime erano le persone che sopportarono disagi incredibili, come gli abitanti di Piazzetta Caracciolo, che per due mesi convissero con il cantiere aperto per la pavimentazione della stessa, da parte di una ditta che ha detta di un amministratore del tempo erano un esempio per velocità e accuratezza nell'eseguire i lavori! Ma, come avrà ben capito chi segue le pagine di questo sito, allora come adesso, qui non si fa politica, si tende semplicemente a fare notare determinate cose a chi non le vuole notare. Dichiarando chiaramente che quello che interessava era l'aspetto di Forino, e che la conservazione di determinati scorci paesaggistici devono conciliarsi e armonizzarsi con il rinnovamento, si focalizzò l'attenzione su un lavoro pubblico di rilevante impatto e beneficio per Forino. Giudicando quindi positiva l'idea di prolungare i marciapiedi anche nel tratto della S.S. 403 che conduce dall'abitato verso il cimitero, ci si augurava che sarebbero diminuiti i rischi per coloro che desideravano recarsi al cimitero a piedi, i quali erano costretti a camminare sulla carreggiata. Si commentò anche che "... il "piccone rinnovatore" non ha avuto pietà, quando per allargare l'incrocio tra Via Casaldicreta e Via Annunziata, è stato spazzato via un simbolo della devozione popolare, un modesto altare messo lì a ricordo di una missione dei Padri Passionisti del 1962. Altare modesto nell'aspetto, ma non nel suo significato cristiano, con quell'iscrizione che recita PER CRUCEM AD LUCEM, ossia "soffrire con amore e fare della croce la via alla luce", un chiaro messaggio espresso da quella missione. Ora, la mia speranza è che sia stato previsto il ripristino dell'altare, al completamento dei lavori, e che quindi questo sia stato solo un modo per "immortalare" questo piccolo altare, che deve essere tanto caro a chi, rientrando in paese, appariva come sinonimo di casa e focolare. Per altre conclusioni, attendiamo la fine dei lavori, i quali non credono dureranno in eterno... spero!".
Le preoccupazioni espresse in quel frangente ebbero poi a rivelarsi infondate, in quanto i lavori di ampliamento dell'incrocio e di realizzazione dei marciapiedi prevedevano comunque lo spostamento di questo monumento della fede, di qualche metro più dietro rispetto alla posizione originale. Apparve, come lo è d'altronde, più che positivo l'allargamento dell'incrocio e con conseguente eliminazione della "zona buia", pericolosa per chi si doveva immettere in Via Annunziata. Lodevole anche l'aver realizzato il marciapiede che collega il paese al cimitero. A corredo furono riportate due fotografie di come si presentava nel marzo 2004 l'area descritta. La prima foto, invece, ritrae il monumento nella primitiva posizione.

Leggi anche l'atto II

L'altare che insisteva tra Via Annunziata e Via Casaldicreta
Il monumento prima dei lavori...

... e, nelle foto a seguire, il nuovo incrocio